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L'ipocondria

A cura di pasquale kovacic

L’ipocondria o disturbo d’ansia per la salute è una condizione di disagio caratterizzata da una preoccupazione eccessiva e infondata riguardo la propria salute.

Chi presenta questo disturbo viene solitamente considerato “malato immaginario” o ipocondriaco, a causa delle sue convinzioni infondate di essere malato.

Naturalmente, si tratta di paure per lo più immotivate, perché scatenate da una condizione mentale alterata.

Per una corretta diagnosi dell’ipocondria è necessario riscontrare la presenza di alcuni tratti specifici:

  • Preoccupazione di avere o contrarre una grave malattia.
  • I sintomi percepibili a livello fisico possono non essere presenti o, se presenti, sono di lieve intensità, ma vengono interpretati come effettivi di una malattia. Se è presente una reale condizione patologica o vi è un rischio elevato di svilupparla, la preoccupazione risulta eccessiva o sproporzionata, trasformandosi in una vera e propria paura.
  • È presente un elevato livello di ansia riguardante la salute e un alto livello di allarme su questi temi.
  • L’individuo attua eccessivi comportamenti correlati alla salute, a volte opposti, come controllare di continuo il proprio corpo alla ricerca di segni di malattia o presentare una repulsione verso visite mediche e ospedali.
  • La preoccupazione per la malattia è presente da almeno 6 mesi, anche se la specifica patologia temuta, può cambiare nel corso di questo lasso di tempo.

Evidenziando i due tipi di comportamenti tipici, opposti tra loro, che si presentano qualora si soffra di ipocondria, ovvero l’eccessiva richiesta di assistenza medica o la sua totale repulsione è da precisare che tali comportamenti possono portare una persona ad allarmarsi al punto da voler controllare ogni minimo sintomo fisiologico, con la speranza di prevenire le malattie; viceversa, tale preoccupazione può venire volontariamente evitata, per timore di scoprire una grave patologia.

È tipico delle persone che sperimentano tale disturbo rivolgersi sempre a centri per la salute fisica, risultando sani a tutti i controlli portando alcuni medici a reagire negativamente, a causa dell’insistenza nelle richieste dei pazienti, creando insofferenza e incomprensioni; oppure, i pazienti possono aumentare il loro livello di ansia se i medici sono interessati al loro caso e vogliono approfondire le visite.

Per diagnosticare correttamente l’ipocondria è necessario differenziarla da altri disturbi affini; infatti, in molte condizioni mediche, per esempio, quando una persona è affetta da una malattia è normale manifestare uno stato d’ansia.

Tuttavia se quest’ansia è sproporzionata rispetto alla gravità della malattia e non si limita nel tempo, ma supera i 6 mesi, può essere diagnosticato il disturbo d’ansia per la salute.

Nel disturbo da sintomi somatici sussiste una sintomatologia fisica concreta e ben individuabile nel paziente, mentre nel disturbo d’ansia da malattia i sintomi sono minimi ed è la preoccupazione del paziente ad essere rilevante.

In altri disturbi d’ansia, quali ansia generalizzata e attacchi di panico, le preoccupazioni sono generali o legate strettamente a ciò che scatena l’attacco, mentre nel disturbo d’ansia da malattia il contenuto della preoccupazione riguarda esclusivamente la salute.

Nel disturbo ossessivo-compulsivo i pensieri possono riguardare la salute, ma risultano intrusivi e riguardano il timore di contrarre una malattia futura, mentre l’ansia da malattia riguarda la situazione presente.

Quindi, nell’ipocondria, ossessioni e compulsioni non sono condizioni determinanti.

Anche nel disturbo depressivo maggiore possono essere presenti preoccupazioni circa il proprio stato di salute o l’insorgenza di malattie, tuttavia tali pensieri sono legati agli episodi depressivi e mancano della continuità tipica del disturbo ipocondriaco.

È possibile diagnosticare entrambi i disturbi nel caso tale continuità sia invece presente.

A differenza dei disturbi psicotici, nel disturbo d’ansia per la salute non sono presenti idee deliranti: la persona è consapevole che la malattia che teme non è presente, ma ne avverte comunque i sintomi, mentre lo psicotico è fermamente convinto della presenza della sua malattia immaginaria.

Inoltre nei disturbi di tipo psicotico le idee sono esagerate e bizzarre, mentre nell’ipocondria non si sviluppano credenze estremamente distorte.

L’esordio e il decorso del disturbo d’ansia da malattia sono poco definiti; in generale si presenta la prima volta nei giovani adulti e permane fino alla mezza età; sembra essere una condizione pervasiva se non avviene un intervento di cura.

Vi è un aumento dell’ansia collegato all’avanzare dell’età, mentre nell’infanzia il disturbo è molto raro.

Secondo la medicina ufficiale, le cause del disturbo possono essere identificate su più fronti, molti dei quali sono tuttora indagati, ma è innegabile un condizionamento legato allo stile di vita malsano, imposto dal sistema a tutti i componenti della società.

Tuttavia un singolo evento traumatico, come una malattia che mette a repentaglio la vita dell’individuo, può scatenare la comparsa del disturbo.

Anche un’infanzia difficile o traumatica, può predisporre una persona a sviluppare tale disturbo.

Circa un terzo delle persone affette da ansia da malattia possono manifestare una forma più lieve di ipocondria, ma comunque da analizzare e tenere sotto controllo.

Il disturbo d’ansia da malattia può costringere la persona che ne è affetta a continue visite mediche, anche molto approfondite, per verificare la fondatezza dei sintomi che percepisce.

Un riscontro negativo da parte del medico non arresta il comportamento del paziente, che continua a chiedere attenzione sulle sue presunte malattie.

Tali convinzioni possono far sì che la persona si limiti nella vita di tutti i giorni: chi crede di essere malato si comporta ben diversamente da chi si considera sano.

Possono risultare compromesse le relazioni interpersonali, il lavoro e i rapporti familiari.

La terapia per il disturbo d’ansia da malattia deve essere di tipo psicoterapeutico.

L’approccio farmacologico può essere utile per alleviare i sintomi, ma come ormai ben sappiamo, questo non è utile ai fini della risoluzione definitiva del disturbo.

È inoltre da considerare che, per la natura dell’ipocondria, una persona potrebbe rifiutarsi di assumere i farmaci per paura di ammalarsi o di avere danni alla salute, dato che il contesto medico può allarmare chi soffre del disturbo, quindi proporli come cura potrebbe aggravare la situazione.

Il paziente, intrapresa la psicoterapia, viene guidato attraverso un percorso atto a renderlo maggiormente consapevole dei suoi processi mentali, dei meccanismi che governano il suo comportamento.

Con l’aiuto del terapeuta vengono individuati i circoli di mantenimento del disturbo e le sue ripercussioni su aspetti comportamentali, con un graduale miglioramento della qualità della vita, fino a quel momento compromessa dal timore di avere una grave malattia.

Naturalmente anche in questo caso, la disinformazione messa in atto dai media, che tende sempre a spaventare la massa per i soliti fini di controllo sociale e molto spesso anche dalla classe medica, possono attivare o aggravare il disturbo.

Lo abbiamo visto con la recente situazione pandemica, dove attraverso notizie false e terrorismo mediatico, la gran parte delle persone hanno sviluppato una forma di ipocondria specifica, che le ha convinte a vaccinarsi, facendosi inoculare un siero, inutile, non sperimentato e dannoso.

Quindi, il consiglio più oculato è di non seguire più ciò che viene irradiato dai media, per non essere condizionati psicologicamente e intraprendere un percorso di guarigione composto da consapevolezza al riguardo.

Anche in questo caso, essere padroni della propria mente e acquisire la corretta conoscenza e la sana consapevolezza al riguardo, intese come fattori scatenanti, quindi cause, ne impedisce l’alterazione, consentendo di riequilibrare le percezioni e le sensazioni che il disturbo ha squilibrato.

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